Quali domande porre allo psicologo?

Quando ci troviamo di fronte alla scelta di iniziare un percorso psicologico con un professionista, alcune domande possono non trovare una risposta immediata. Questo, chiaramente, può trasformarsi in un motivo in più per non fare il passo iniziale e siamo, dunque, portati ad abbandonare la possibilità di investire sulla nostra salute mentale.

Alcune di queste domande, oltretutto, hanno una risposta semplicissima ed è sempre conveniente farsele e farle al professionista con il quale si vuole iniziare un percorso. Ecco le tre domande fondamentali da fare al proprio psicologo prima di intraprendere il vostro percorso.

  1. Lo psicologo risolve i problemi delle persone?
  2. Quali farmaci dovrò assumere durante il percorso psicologico?
  3. Con chi parlerà delle cose che dirò durante i colloqui?

E ora, le risposte a queste domande!

  1. Uno psicologo non è un problem solver. Il compito di uno psicologo non è di risolvere i problemi delle persone, ma di trovare gli strumenti adatti a fare in modo che l’individuo possa esprimere il suo massimo potenziale, rimuovere gli ostacoli e superare i momenti di difficoltà. Lo psicologo è un supporto, uno strumento che consente all’individuo di trovare chiarezza, di favorire lo sviluppo del benessere dell’individuo. E se pensate che chiunque possa farlo, sappiate che lo psicologo si è formato, in tal senso, dopo 5 anni di studi universitari e 1 anno di tirocinio formativo professionalizzante. E ha anche superato l’esame di stato per esercitare la professione!
  2. Lo psicologo non prescrive e, soprattutto, non può prescrivere farmaci. Non è un medico, quindi quel compito spetta allo psichiatra. Il “farmaco” dello psicologo è il colloquio, uno strumento incredibilmente utile e potente. 
  3. Il codice deontologico degli psicologi regola anche il segreto professionale. L’articolo 11, infatti, recita: “Lo psicologo è strettamente tenuto al segretario professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate (…)”.

Ricorda bene: fare domande a uno psicologo – prima, durante e dopo – è un tuo diritto che puoi esercitare senza alcuna resistenza da parte del professionista a cui ti sei rivolto!

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